domenica, dicembre 29, 2013

2013 | ANCORA

ricordarsi di avere un blog solo per la lista di fine anno



che sia la lista più nazionalpopolare di sempre?
può darsi. ma che importa? a chi importa?

le prime posizioni di questa inutile classifica sono occupate da dischi che hanno scandito il tempo delle stagioni di questo 2013. 

Reflektor è il disco di questo autunno inoltrato. atteso come la stella cometa e celebrato con tifo da stadio. non riesco ad essere obiettivo con gli Arcade Fire, ma se non vi piace questo disco è un problema vostro.
Fantasma è il disco dello scorso inverno. ci siamo consumati a vicenda. c'è del masochismo, lo so, ma il mio rapporto con i Baustelle ha un che di morboso. critiche a profusione anche questa volta, ma è sempre peggio per voi.
Random Access Memories è il disco dell'estate. dell'estate di tutti spero. non so se ha portato fortuna, ma di certo mi ha portato allegria. con classe. sempre.
Trouble will find me è il disco della scorsa primavera. la primavera più piovosa degli ultimi dieci anni. è stato perfetto. perché con il sole i National non li puoi capire fino in fondo.

e tutto il resto era probabilmente ciò di cui avevo bisogno. 
dei ritornelli scanzonati dei Vampire Weekend, delle storie poco rassicuranti dei Massimo Volume, della negritudine di Kanye West, dei sinth dei Chvrches, dei bassi dei Soviet Soviet e delle chitarre dei Veronica Falls.



martedì, febbraio 26, 2013

LA DEMOCRAZIA NON FUNZIONA

i pensieri del giorno dopo di un astensionista convinto



dopo un giorno a cercare di metabolizzare - voi - il risultato elettorale, posso dirlo - io - : avevo ragione.

avevo ragione a non volermi confondere con voi. elettori.

guardate quello che avete ottenuto: un gran casino. che non è una grande confusione, quella che come diceva Mao, rende la situazione eccellente. qua siamo di fronte al baratro e voi vi siete resi complici di aver fatto fare a questo fottuto paese un altro passo verso il bordo. quando prenderete coscienza del fatto che la democrazia rappresentativa, in particolare, non funziona, e che la democrazia in generale è uno strumento sopravvalutato, e tutt’altro che migliore in assoluto?

io non accetto di votare persone per cui provo disprezzo e non accetto che il mio voto sia uguale a quello di chissà chi altro. neanche per il cazzo.

avete perso tutti.

soprattutto voi che avete votato un partito che sei mesi fa avrebbe avuto il 40% dei consensi e che se si fosse votato a pasqua sarebbe addirittura arrivato secondo. voi che avete votato un partito che sarebbe in grado di perdere pure una gara di intelligenza con un bambino ritardato.
ma anche voi che avete voluto affidare la vostra protesta ad un comico,  che una volta che avrà messo dispositivi wi-fi in tutta Italia non saprà più che pesci pigliare. 

la verità è che Berlusconi vi conosce meglio di quanto voi ammettiate di conoscervi. e la cosa vi fa profondamente incazzare.

giovedì, dicembre 27, 2012

2012 | LA LISTA






10. fine before you came | ormai
"e alla fine non è male qua. c'è il mercato la domenica. io non me ne andrei. se non fosse che è arrivato il tempo in cui il tempo non c'è più. ormai il tempo non c'è più"
_ la domenica c'è il mercato [ * ] 





09. the vaccines | come of age
"reserved and shy, your average guy. no piercing stare, just out of shape with messy hair. but i always figured i was somebody in wait. and now i'm guessing that my moment must be late cause i'm here"
_ teenage icon [ * ] 





08. andy stott | luxury problems
"touch. touch. touch. touch. touch. touch. touch. touch. touch. touch. touch. touch. touch. touch. touch. touch. touch. touch. touch. touch. touch. touch. touch. touch. touch. touch. "
numb [ * ] 





07. lo stato sociale | turisti della democrazia
"dovremmo essere nudi come vermi al macello su questa pista. a leccarci le ferite per il nostro tempo perduto a rincorrere cazzate. che nudi si è tutti più brutti e più veri, anche le belle fiche."
ladro di cuori col bruco [ * ] 





06. tre allegri ragazzi morti | nel giardino dei fantasmi
"la mia vita senza te non è così diversa, io lo canto per non piangere e non piangerò. la mia vita senza te non è così diversa, io lo canto per non piangere e non piangerò. la mia vita senza te non è così diversa, io lo canto per non piangere e non piangerò. "
_ la mia vita senza te [ * ] 





05. mumford & sons | babel
"but do not ask the price i paid. i must live with my quiet rage. tame the ghost in my head. that run wild and wish me dead"
lovers' eyes [ * ] 





04. gy!be | allelujah! don't bend! ascend!
"//////////"
_ we drift like worried fire [ * ] 





03. beach house | bloom
"some day out of the blue it will find you. always. always a face to remind me. someone like you. someone like you. someone like you."
_ troublemaker [ * ] 





02. the xx | coexist
"light reflects from your shadow it's more than i thought could exist"
_ angels [ * ] 





01. alt-j | an awesome wave
"in your hoof lies the heartland. where we tent for our treasure, pleasure, leisure, les yeux, it's all in your eyes"
_ fitzpleasure [ * ] 





giovedì, settembre 27, 2012

VORREI ESSERE FICO COME L'OCCHIO PIGRO DI THOM YORKE

domenica a firenze ho visto i radiohead. non hanno fatto exit music (for a film). stavolta.


quattro anni fa mi ero promesso che non sarei più andato a vedere un concerto dei radiohead. mi ero anche promesso che non avrei più comprato un loro gadget.
ma la storia mi ha dato torto. e per fortuna. visto che le loro t-shirt sono bellissime. anche i poster a dire il vero, ma forse questo non è l'aspetto più importante di tutta la storia.

l'aspetto più importante è che sono tornato di nuovo a vedere un concerto dei radiohead. e durante quelle due ore ho capito perchè sono da sempre la mia band preferita. 
non perchè so tutte le canzoni a memoria. non le so. 
non perchè i loro dischi sono i migliori dischi del mondo. non tutti.

il fatto è che sono dei fichi da paura.

domenica ho visto il palco più bello della mia vita. * ]
domenica ho cantato karma police ed è stato il più bel momento dell'anno. * ]
domenica ho pianto su una canzone che non mi ricordavo come si chiamava. * ]

io non volevo più vederli. il loro ultimo disco mi rompe i coglioni. ma so che appena uscirà la notizia di un loro prossimo tour in italia io comprerò il biglietto il primo giorno.

mercoledì, agosto 01, 2012

CHISSA' COME MI VEDI BENE



sei mesi fa sarei dovuto andare a vedere il concerto di Dente con più di dieci persone. e più o meno l'ho fatto. domenica è successo che ci sono andato da solo. le cose cambiano e magari è anche colpa mia.
in compenso ho trascorso la serata affianco ad una ragazza, che non lo so se ha apprezzato ma alla quale ho cantato tutte le canzoni. anche verde che non è proprio di Dente ma è bellissima lo stesso. in realtà non l'ho fatto apposta, anche se quando dicevo "ma che begli occhi che hai...avrei voluto che se ne fosse accorta.



martedì, aprile 24, 2012

RICONSEGNARE LE CASACCHE PRIMA DI USCIRE DAL TERRENO DI GIOCO


forse sarò l'unico, ma mi sembra il caso di fare un po' la voce fuori dal coro. in questi due giorni non ho sentito nemmeno una mezza parola controcorrente su quello che è successo a genova domenica pomeriggio. e allora la dico io.
io sto dalla parte degli ultras.
quelli che per quaranta minuti hanno sospeso la partita di marassi. quelli arrampicati sopra il tunnel che porta agli spogliatoi.
quello che è avvenuto ieri, dal mio punto di vista è una cosa bellissima. altro che criminale. è magnifico.
i giocatori di una squadra che riconsegnano simbolicamente, ma nemmeno tanto poi, le maglie ai propri tifosi. propri delle maglie intendo.
i benpensanti che parlano di calcio avendo visto tutte le loro partite, al massimo, da una tribuna stampa non lo capiranno mai che i giocatori passano e di questi tempi sempre più velocemente. la maglia resta. e la maglia è dei tifosi. e perchè no... degli ultras.
si vuole far passare il messaggio, ormai in maniera sempre più ossessiva, che il male del calcio siano gli ultras.
un calcio in cui le società comprano a suon di milioni le partite.
un calcio dove dirigenti di società si accordano con designatori di arbitri e guardilinee e se va male li chidono dentro uno spogliatoio.
un calcio in cui i giocatori si accordano tra di loro per scommettere sulle gare a cui partecipano.
un calcio dove il presidente Preziosi si permette di dare lezione di morale, dopo aver raso al suolo calcisticamente due piazze come Venezia e Como e dopo aver comprato una partita con 250.000 euro chiusi dentro una valigetta.

io non sono un ultras, ma come loro, o come per lo meno la maggior parte sono tra quelli che hanno sempre pagato il biglietto, un abbonamento, le trasferte, eccetera eccetera e sono tra quelli che si sono sempre presi le valanghe di merda che di tanto in tanto venivano fuori dai corridoi dei palazzi del calcio. non dagli stadi, ma da dove qualcuno decideva chi doveva vincere o perdere. sopravvivere o morire. calcisticamente.
e allora mi dispiace, ma io non ci credo. non posso credere che tutta la merda stia in quei ragazzi che dopo aver assisito ad un altra gara indecorosa della propria squadra, anzi mezza gara, chiedono ai propri giocatori di togliersi la maglia perchè indegni di indossarla.

non mi sembra poi uno sforzo nemmeno troppo grande, visto che tra pochi mesi, molti di loro saranno già da un altra parte e ne baceranno un'altra. la quarta, la quinta o la sesta della loro milionaria carriera.
se io fossi stato a genova avrei applaudito quei ragazzi, perchè stavano facendo una cosa che io non ho il coraggio di fare, ma che intellettualmente condivido, pur non essendo un ultras. stavano dicendo a tutti che quelle maglie sono le loro. non sono dei giocatori viziati. come non sono dei presidenti corrotti e non sono dei giornalisti qualunquisti. il calcio è il loro. e anche il mio.

lunedì, febbraio 13, 2012

THE RISE AND FALL OF MARLENE KUNTZ

un privatissimo pippone sull'importanza dei marlene kuntz e dell'irrilevanza della loro partecipazione sanremese


alle superiori andavo in classe con nic. ci conoscevamo già da qualche anno, ma si può dire che non avessimo ancora una vera amicizia. semplicemente si frequentavano gli stessi posti. che in una città come ancona sono ancora meno di quelli che si possono immaginare.
nic era quello che ai miei occhi di quattordicenne di provincia poteva definirsi un alterantivo. aveva i capelli lunghi e indossava jeans strappati. nic fumava.
ogni mattina nic arrivava a scuola col walk man e le cuffie nelle orecchie. nic ascoltava un sacco di musica. un sacco di musica che io non avevo mai sentito. gruppi che io scoprivo leggendo le copertine scritte a mano delle cassette registrate dai dischi di suo fratello. col tempo iniziò a farmi qualche cassetta anche a me. io la mattina gli consegnavo un paio di c60 e lui il giorno dopo me le riportava sverginate con tanto di copertine autoprodotte. mi piaceva tutto. nel giro di un paio d'anni era riuscito a fornirmi una panoramica completa di tutta la musica alternativa italiana degli anni novanta.
una mattina mi porta una cassetta di cui ha stampato la copertina fatta al computer. non è la copertina originale ovviamente. l'ha fatta lui. è per metà bianca e per metà nera. con le scritte sopra a colori invertiti:
MARLENE KUNTZ
CATARTICA

tutto maiuscolo.
quel giorno, al ritorno da scuola, come tutte le volte in cui nic mi portava una cassetta, subito dopo pranzo l'ho messa sullo stereo e me la sono ascoltata. lato A e lato B. non so dire perchè, forse avevo da fare altre cose nel frattempo, forse non ero dell'umore giusto, forse stavo pensando al compito in classe del giorno dopo. non me lo ricordo. ma ascoltai quella cassetta e la misi in un angolo. ora lo posso dire. non mi era piaciuta. 
quel nome però era troppo intrigante. Marlene Kuntz. il mio senso estetico esigeva che trovassi qualcosa di bello in un gruppo che aveva un nome così fico. e così in un giorno di vacanza - non so che giorno fosse, ma ricordo benissimo che era un giorno di festa, perchè passai tutta la mattinata a giocare a FIFA96 - diedi a quella cassetta dalla copertina bianconera  la sua seconda possibilità. e la cassetta bianconera non la sprecò. mi ricordo che mentre cercavo di vincere il campionato con il milan ascoltai quella cassetta almeno quattro volte di fila e quelle chitarre che all'inizio mi sembrava solo facessero un gran rumore, iniziarono a suonare e quella voce tanto sgraziata iniziò a parlare. e ascoltando bene mi resi conto che diceva cose incredibili.
ero andato. completamente in fissa. da quel giorno iniziai a leggere tutto quello che potevo su di loro. era una mania, volevo sapere tutto, ogni produzione, ogni testo, ogni particolare, quante sigarette al giorno fumava godano, tutto. 
mi ricordo vividamente il primo loro concerto che vidi. lo avevo aspettato per più di un anno e quando vennero a suonare ad ancona io ero li dalle venti e quarantacinque. era il tour di Ho Ucciso Paranoia. ed ero con nic ovviamente. da sotto il palco sentivo uscire una potenza incredibile che deflagrava in un pogo scomposto all'interno del quale non mi era mai capitato di trovarmi. ero elettrizzato. era il mio primo concerto rock. dopo cinque minuti mi volarono gli occhiali, passai dieci secondi da incubo, ma poi nic me li ritrovò in terra, non so come e non so grazie a quale dio me li ritrovò integri. lo abbracciai. e dopo anni credo di poter dire che quell'abbraccio non era solo per avermi ritrovato un paio di occhiali, ma per essere stato il deus ex machina della mia presenza in quel luogo preciso in quel preciso momento. passai il resto del concerto a cercare di non farmi investire dal pogo di decine di ragazzi più grandi e grossi di me e con lo sguardo fisso su quel tipo magro come un manico di scopa che violentava una chitarra, si dimenava col viso scheletrito coperto da una chioma uscita da un catalogo l'oreal e che sprizzava sudore come un negro in un campo di pomodori. ma con la camicia di seta. ero folgorato.
alla fine del concerto ho comprato una t-shirt nera al banchetto del merchandising. non l'ho messa mai. la custodisco come una reliquia e forse un giorno la incornicerò. come il ricordo indelebile di una serata che ha cambiato una parte del mio piccolo e privatissimo mondo. una parte che però nel corso degli anni ha rivestito un ruolo sempre più importante e grazie alla quale posso dire di aver allestito attorno alla mia misera esistenza una colonna sonora con i coglioni. 
sì. perchè è grazie a Marlene Kuntz che ho iniziato ad ascoltare musica. ed è grazie a quella serata che ho iniziato a spulciare ovunque per trovare concerti a cui andare. grazie. 

perchè tutto questo trasporto sia nato da loro e con loro credo dipenda dal fatto che nessuno come i Marlene Kuntz negli anni novanta, gli anni in cui iniziavo ad ascoltare certa roba, riuscisse a coniugare gli antipodi. un approccio underground, una sonorità distante anni luce da quello che poteva essere considerato pop, un cantato al limite della stecca, con un lirismo, un'evocativa che nessuno aveva. e tutto questo li rendeva unici ai miei giovani occhi. allora esiste qualcuno in grado di esprimere concetti non banali. pensavo. esiste qualcuno in grado di parlare di sentimenti universali in modo originale. e non li conosce nessuno. questa cosa in qualche modo faceva sentire fico anche me. ma non ero un talebano. io avevo una mania, e quindi li facevo ascoltare a più gente possibile, regalavo cassette con i loro pezzi, ne parlavo ogni volta che ne avevo l'occasione. avrei voluto che tutti li conoscessero. e che tutti li apprezzassero. perchè per me se lo meritavano. perchè erano una cosa bella e le cose belle vanno condivise.
ecco. se nel millenovecentonovantanove, dopo aver già pubblicato due dischi della madonna, fossero andati a san remo io avrei anche speso tutto quello che c'era da spendere per il televoto per televotarli. tutte le volte che il regolamento me lo avesse consentito. perchè avrei potuto dire: 
"vedete... sentite... questi sono i Marlene Kuntz. questo è il gruppo che adoro, vedete che oltre a Eros Ramazzotti c'è anche dell'altro, non credete che siano meravigliosi? no? allora non capite un cazzo!"

poi è successo che non lo so cosa è successo. forse è successo che si cambia. e soprattutto loro. adesso potete raccontarmi tutte le storie che volete sull'evoluzione di un gruppo che legittimamente sceglie i propri orizzonti. ma la qualità è una cosa che prescinde dai riff di chitarra o da una melodia. ed io la qualità che grondava nei loro primi tre lavori non sono stato in grado di ritrovarla nei seguenti. ma l'amore è cieco e nonostante cadute di stile e qualche alto e basso non ho mai smesso di aspettare l'uscita di un loro disco, per andare al negozio e chiedere: 
"ce l'avete l'ultimo dei Marlene Kuntz? è uscito oggi"
perchè comunque erano sempre loro ed anche se c'era qualcosa che mi faceva storcere il naso c'era quel pezzo, quei due pezzi che mi facevano dire:
"si però... sti cazzi... senti questo!"
ma l'amore è cieco. non stupido. l'amore è cieco fino ad un certo punto. l'amore è cieco fino a "Uno". Una merda. in quel momento ho capito che era tutto finito. ho provato non so quante volte a farmelo piacere, ma non c'è stato verso. mi ripetevo che non era possibile che avessero partorito una tale cagata. e invece ascolto dopo ascolto dovevo arrendermi all'evidenza. era tutto finito.

i Marlene Kuntz credo lo scorso anno, anzi no era il duemiladieci, hanno pubblicato un disco che si chiama - lo vado a cercare su google perchè nemmeno me lo ricordo - "Ricoveri virtuali e sexy solitudini". punto. non ci sarebbe da aggiungere altro di fronte ad un titolo del genere. e in effetti non c'è, perchè io di questo disco dal titolo quantomeno bizzarro non ho ascoltato neppure una nota. perchè per me i Marlene Kuntz sono morti. i miei Marlene Kuntz non esistono più e il modo migliore per cercare di mantenerli in quella posizione privilegiata che occupano nei miei affetti, probabilmente è ignorarli in questo momento. non pensare che una volta intitolavano i loro dischi: "il vile", non pensare che una volta scrivevano "ape regina". e quindi miei cari, a me non me ne frega un cazzo. non me ne sbatte davvero nulla se vanno a san remo, se il fatto di andarci è una marchetta, se si sono venduti oppure no. zero. 
fosse accaduto quindici anni fa sì. avrebbero portato a san remo una canzone come "infinità" e questo avrebbe avuto un senso. quest'anno canteranno una cosa che non voglio nemmeno sapere cosa sarà e che di significato non ne avrà nessuno. se non quello di far conoscere a centinaia di migliaia di massaie che dieci anni fa esisteva un gruppo il cui nome significa le fighe di marlene.

venerdì, febbraio 03, 2012

LA NEVE AI TEMPI DEI LICENZIAMENTI DEI METALMECCANICI


mi ricordo che in quella foto indossavo una tutina rossa e mio padre aveva dei baffi incredibili. glieli ho sempre invidiati quei baffi. lui è accasciato affianco a me, che gli arrivavo tipo alle ginocchia e intorno a noi è tutto bianco. credo che stessimo per andare a fare una passeggiata in centro. mi ricordo anche che poi siamo andati al parco, e al ritorno abbiamo fatto un pupazzo di neve che è sopravvissuto una settimana.

ancona è una bella città. e con con la neve è bellissima. ma ancona è una città che non è fatta per la neve. e gli anconetani non sono persone fatte per la neve. se vogliono provare l'effetto che fa se ne vanno un week end a sarnano.

era il millenovecentottantacinque. c'era il nevo'. non c'era instagram e le scuole erano chiuse. da quella foto ho sperato ogni anno che l'inverno mi portasse in dono mezzo metro di neve. erano i tempi in cui nevicava una volta ogni dieci anni. mezzo metro. e quando accadeva passavi i pomeriggi con le mani infuocate a fare a pallate di neve o scivolare giù per le strade in discesa con improbabili tenute sgargianti.

adesso qua nevica una volta l'anno. cinque centimetri. e quando succede - dopo che durante i giorni precedenti hai pregato che tutti i siti meteo punto qualcosa si stessero sbagliando - bestemmi perchè non hai la macchina con le gomme termiche e maledici tutta questa fottuta tecnologia, che dotandoti di un pc, una connessione internet e una vpn, ti farà lavorare un giorno da casa. gratis.

martedì, gennaio 31, 2012

NON ABBASTANZA

quando la mattina seguente mi sono svegliato non ricordavo nulla del viaggio di ritorno. sono riuscito a mala pena a fare la conta dei vodkatonic. avevo un mal di testa incredibile e il blister del moment era completamente vuoto. non c'era davvero niente da fare. dopo qualche ora faccio un paio di telefonate, perchè per quanto mi sforzassi, non riuscivo proprio a ricordare. 
mi fido. e fidandomi accetto la versione secondo la quale non mi ricordavo nulla perchè non c'era nulla da ricordare. semplicemente avevo dormito per tutto il tragitto fino a casa.
a quel punto confidando nel fatto che non avrebbe dovuto esserci niente per cui vergognarmi, mi rilasso, e per quanto il mal di testa non abbia ancora deciso di darmi tregua, vivo un attimo di massima lucidità. un bagliore, uno di quelli che averli al momento giusto segna tutta la differenza che c'è tra l'interpretazione più autentica di quello che ti porti dentro da mesi e il silenzio di uno sbronzo.
ed erano solo due parole.

giovedì, gennaio 26, 2012

FINE BEFORE CHE SIA TROPPO TARDI

di come ho scoperto i Fine Before You Came, me ne sono innamorato e ho continuato ad amarli


non mi ricordo quando è stata la prima volta che ho ascoltato i FBYC. ma deve essere stato per caso un paio di anni fa. di certo deve avermi colpito il nome, perchè così a senso non avrebbero dovuto piacermi più di tanto. che musica è: punk? hard core? emo?
non lo so, comunque non sono cose troppo familiari per me. leggendo noto che non sono ragazzini alle prime armi, ma gente che da quasi dieci anni scrive canzoni, ma prima lo facevano solo in inglese. sono in ritardo come troppo spesso mi capita, ma si vede che doveva andare così. e insomma scopro questo disco:
s f o r t u n a
con gli spazi tra una lettera e l'altra.
lo scarico dal loro sito. uno zip con tracce e testi. il tutto nel massimo rispetto della legalità. parte il disco e l'effetto è quello di una betoniera che mi viene addosso.

poi arriva fede.

"tutti hanno smesso di chiedermi di te,
non sei più niente,
il tuo numero non lo ricordo più,
non pesi niente"


poi contiuna fede

"quella canzone che ascoltavamo andando al mare non l'ascolto più
non mi piace più
da quando tutti hanno smesso di chiedermi di te"


e quando finisce fede, al minuto 4,42 mi accorgo di avere gli occhi lucidi. hanno vinto, sono a pezzi, e li amo. il resto del disco prosegue come una vecchia automobile giù per un dirupo. senza freni fino allo schianto.



tre giorni fa su twitter leggo un messaggio. è uscito il nuovo album del FBYC. far uscire un disco di domenica sera alle 22,30 è un scelta che fai solo se sei un figo e te ne freghi di qualsiasi cosa intorno a te che abbia a che fare con quello che chiamano music business.
ormai
stavolta senza spazi tra le lettere.
e ovviamente in free download, con testi e tutto il resto, come la volta precedente. allora scarico. carico la prima traccia.


"in tutti questi anni abbiamo detto così tante cose,
ne abbiam fatte così poche,
programmato mille viaggi e poi rimasti sempre a casa, 

con progetti poco esosi e troppi piatti da lavare"

mi è bastata una manciata di parole per capire che li ritrovavo esattamente li dove li avevo lasciati. e come sarebbero proprio loro a dire, alla fine il cerchio si chiude:

"tutti i treni presi in fretta e i cancelli scavalcati
tutti i posti in cui siam stati solo per non stare fermi
questa scatola che non passa dalla porta
e alla fine non è male qua
c'è il mercato la domenica
io non me ne andrei
se non fosse che è arrivato il tempo in cui il tempo non c'è più
ormai il tempo non c'è più"



in questi giorni ascolto ormai lungo il tragitto che mi porta da casa al lavoro e dal lavoro a casa. il viaggio dura giusto il tempo di un ascolto completo. lo ascolto mentre guido, ma non dal lettore dell'autoradio. lo ascolto in cuffia, in modo da sentire sbattere contro le pareti dei timpani.
perchè ogni tanto è necessario alzare il volume. anche se non c'è nessuno intorno a te.
ogni tanto fa bene alzare il volume. anche se ci senti benissimo.
ogni tanto fa bene alzare il volume. anche se hai finito la voce.
e se anche tu hai quella cosa dentro. respira forte e grida più che puoi. perchè che urlare con loro è sempre una delle cose migliori da fare quando le cose vanno male


[ s f o r t u n a ]
[ ormai ]
[ tutti gli altri dischi ]

lunedì, gennaio 23, 2012

COSI'

riusciamo a stare vicini solo con un tasso alcolemico da sequestro del mezzo


mi hai detto una cosa che non so se ho capito.
ero così ubriaco che avrei potuto fraintendere qualsiasi cosa. non so nemmeno se l'hai detta a me.
eri così ubriaca che avresti potuto dire qualsiasi cosa. e avresti potuto piangere tutte le lacrime che avevi.

giovedì, gennaio 12, 2012

SE TI FAI POCHE DOMANDE AVRAI TUTTE LE RISPOSTE


non è che ti ho mai sentito parlare molto. anzi. ed era questa una delle cosa che mi affascinava. poche parole e gambe accavallate. sembrava un mondo chiuso un se stesso, ma non con il desiderio di rimanere immutabile. solo volevi che qualcuno avesse la volontà di scoprirlo sul serio.
poi.
ex-otago.
a me piacciono un sacco gli ex-otago.
questa manciata di parole mi ha lasciato di stucco. occhi sbarrati e un senso di compiacimento. sbalordito. per il solo fatto di avere intuito che due braccia incrociate possono valere più di due gambe aperte. quasi sempre per lo meno.
il fatto che conoscessi persino il motivo del nome era a quel punto un dettaglio privo di qualsiasi significato. 

nel caso non lo sappiate gli ex-otago si chiamano così per via del nome della "... squadra di rugby neozelandese Otago Rugby Football Union protagonista del film Scarfies. L'ex iniziale è dovuto invece al fatto che il gruppo si è "sciolto" cinque minuti dopo aver scelto il nome (poiché i componenti non ne erano più soddisfatti) per poi riformarsi dieci minuti dopo come Ex-Otago."
io per esempio sapevo solo che c'entrava una squadra di rugby, la storia me l'hai insegnata tu, per i dettagli c'è wikipedia.

gli ex-otago l'anno scorso hanno pubblicato un disco. si chiama  "mezze stagioni", quelle che non esistono più. ed è un bel disco. forse non lo ascolterete mai o forse tra sei mesi ve lo sarete dimenticato. io invece adesso non credo che potrò scordarmelo facilmente. due giorni fa, forse tre, hanno diffuso un video di quella che forse è la loro migliore canzone dell'album. questo.

se ti fai poche domande avrai tutte le risposte.
così fa. e mi sa che hanno ragione loro.


domenica, gennaio 08, 2012

LETTERA APERTA A VASCO BRONDI

di quando ieri sei settembre duemiladodici ho visto per la quarta volta le luci della centrale elettrica



sembra passata una vita dalla prima volta che ci siamo visti. ero sempre con Brus, c’era anche qualcun altro, ma questa è un'altra storia che è stata già raccontata, ma che forse non racconteremo mai.
d’altronde tre anni di questi tempi sono un’era geologica e si vede.
eravamo quanti? cento? meno. ti aggiravi prima del concerto col tuo zainetto tra la gente. silenzioso e sguardo basso. probabilmente metà di quelle persone non ti avevano neppure riconosciuto. quel tuo primo concerto è durato meno di tre quarti d’ora. e per tutto il tempo te ne sei stato seduto su quello sgabello di legno e vimini. alla fine volevi riprenderti la scaletta perchè non ne avevi più.
ma si capiva che saresti diventato qualcuno. per me lo eri già da un po’, ma questo conta poco. 
nel mio piccolo ho sempre fatto il tifo per te, perchè ti volevo già bene, perchè nessuno come te sapeva tirare fuori quelle parole, che uno come me non sarebbe mai riuscito a scoprire. quegli immaginari che avevo dentro, uguali uguali. gli stessi cieli e la stessa inquietudine di provincia. 
ieri ti ho rivisto. era la quarta volta e posso dire con questo di aver seguito tutto il tuo percorso artistico, e ieri ho scoperto che, messo da parte lo sgabello sei diventato grande. sei cresciuto e tanto. tieni il palco da artista consumato, non hai perso un grammo della tua credibilità, sebbene la tua sonorità sia in gran parte rinnovata - e questo è un altro pregio - le tue parole sono vere anche se urlate non più di fronte a cinquanta persone. Gli spazi si sono fatti più grandi e le platee più importanti. e anche io adesso, dopo i teatri e i localini dove non si sente un cazzo posso urlarti in faccia tutte le tue parole con tutta la voce che ho. senza essere rimproverato.
devi solo continuare così, perchè adesso sei ad un passo dal diventare qualcosa di importate non solo per me. e te lo meriti. meriti che tutti sappiano chi è quel ragazzo che si nasconde dietro ad un nome tanto bizzarro quanto illuminante.
Vasco, io ti voglio bene. davvero. 
come posso voler bene ad un amico che vedo di rado, ma con cui ho condiviso tutte le mie emozioni più profonde. e soprattutto quelle più tristi. perchè tu sei quello che mi ha insegnato che a volte i periodi neri possono essere bellissimi.
e Vasco, a questo punto devi anche sapere che sei in assoluto la persona a cui ho regalato più soldi. e non me ne pento neanche un po’. 

con grande affetto

danco

sabato, gennaio 07, 2012

CATTIVE ABITUDINI


anno nuovo e stavolta blog nuovo. splinder mi ha costretto a fare quello che da solo non sarei mai riuscito a fare, staccare la spina al vecchio blog. è una questione di feticismo, come spesso mi capita. ma anche di affetto profondo, a cui poi spesso il feticismo è strettamente legato. 
nel frattempo sto cercando di recuperare le tracce della mia vita passata, non che sia qualcosa di strabiliante, ma un po' (un sacco) mi preoccupa perdere tutti gli appunti digitali degli ultimi sette anni. per quanto alla fine sempre più sporadici. 
riprendo da qui, con una costanza che spero sia maggiore rispetto a quella che mi ha accompagnato negli ultimi tempi, ma senza fare promesse che non potrei mantenere.