giovedì, gennaio 26, 2012

FINE BEFORE CHE SIA TROPPO TARDI

di come ho scoperto i Fine Before You Came, me ne sono innamorato e ho continuato ad amarli


non mi ricordo quando è stata la prima volta che ho ascoltato i FBYC. ma deve essere stato per caso un paio di anni fa. di certo deve avermi colpito il nome, perchè così a senso non avrebbero dovuto piacermi più di tanto. che musica è: punk? hard core? emo?
non lo so, comunque non sono cose troppo familiari per me. leggendo noto che non sono ragazzini alle prime armi, ma gente che da quasi dieci anni scrive canzoni, ma prima lo facevano solo in inglese. sono in ritardo come troppo spesso mi capita, ma si vede che doveva andare così. e insomma scopro questo disco:
s f o r t u n a
con gli spazi tra una lettera e l'altra.
lo scarico dal loro sito. uno zip con tracce e testi. il tutto nel massimo rispetto della legalità. parte il disco e l'effetto è quello di una betoniera che mi viene addosso.

poi arriva fede.

"tutti hanno smesso di chiedermi di te,
non sei più niente,
il tuo numero non lo ricordo più,
non pesi niente"


poi contiuna fede

"quella canzone che ascoltavamo andando al mare non l'ascolto più
non mi piace più
da quando tutti hanno smesso di chiedermi di te"


e quando finisce fede, al minuto 4,42 mi accorgo di avere gli occhi lucidi. hanno vinto, sono a pezzi, e li amo. il resto del disco prosegue come una vecchia automobile giù per un dirupo. senza freni fino allo schianto.



tre giorni fa su twitter leggo un messaggio. è uscito il nuovo album del FBYC. far uscire un disco di domenica sera alle 22,30 è un scelta che fai solo se sei un figo e te ne freghi di qualsiasi cosa intorno a te che abbia a che fare con quello che chiamano music business.
ormai
stavolta senza spazi tra le lettere.
e ovviamente in free download, con testi e tutto il resto, come la volta precedente. allora scarico. carico la prima traccia.


"in tutti questi anni abbiamo detto così tante cose,
ne abbiam fatte così poche,
programmato mille viaggi e poi rimasti sempre a casa, 

con progetti poco esosi e troppi piatti da lavare"

mi è bastata una manciata di parole per capire che li ritrovavo esattamente li dove li avevo lasciati. e come sarebbero proprio loro a dire, alla fine il cerchio si chiude:

"tutti i treni presi in fretta e i cancelli scavalcati
tutti i posti in cui siam stati solo per non stare fermi
questa scatola che non passa dalla porta
e alla fine non è male qua
c'è il mercato la domenica
io non me ne andrei
se non fosse che è arrivato il tempo in cui il tempo non c'è più
ormai il tempo non c'è più"



in questi giorni ascolto ormai lungo il tragitto che mi porta da casa al lavoro e dal lavoro a casa. il viaggio dura giusto il tempo di un ascolto completo. lo ascolto mentre guido, ma non dal lettore dell'autoradio. lo ascolto in cuffia, in modo da sentire sbattere contro le pareti dei timpani.
perchè ogni tanto è necessario alzare il volume. anche se non c'è nessuno intorno a te.
ogni tanto fa bene alzare il volume. anche se ci senti benissimo.
ogni tanto fa bene alzare il volume. anche se hai finito la voce.
e se anche tu hai quella cosa dentro. respira forte e grida più che puoi. perchè che urlare con loro è sempre una delle cose migliori da fare quando le cose vanno male


[ s f o r t u n a ]
[ ormai ]
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