martedì, aprile 24, 2012

RICONSEGNARE LE CASACCHE PRIMA DI USCIRE DAL TERRENO DI GIOCO


forse sarò l'unico, ma mi sembra il caso di fare un po' la voce fuori dal coro. in questi due giorni non ho sentito nemmeno una mezza parola controcorrente su quello che è successo a genova domenica pomeriggio. e allora la dico io.
io sto dalla parte degli ultras.
quelli che per quaranta minuti hanno sospeso la partita di marassi. quelli arrampicati sopra il tunnel che porta agli spogliatoi.
quello che è avvenuto ieri, dal mio punto di vista è una cosa bellissima. altro che criminale. è magnifico.
i giocatori di una squadra che riconsegnano simbolicamente, ma nemmeno tanto poi, le maglie ai propri tifosi. propri delle maglie intendo.
i benpensanti che parlano di calcio avendo visto tutte le loro partite, al massimo, da una tribuna stampa non lo capiranno mai che i giocatori passano e di questi tempi sempre più velocemente. la maglia resta. e la maglia è dei tifosi. e perchè no... degli ultras.
si vuole far passare il messaggio, ormai in maniera sempre più ossessiva, che il male del calcio siano gli ultras.
un calcio in cui le società comprano a suon di milioni le partite.
un calcio dove dirigenti di società si accordano con designatori di arbitri e guardilinee e se va male li chidono dentro uno spogliatoio.
un calcio in cui i giocatori si accordano tra di loro per scommettere sulle gare a cui partecipano.
un calcio dove il presidente Preziosi si permette di dare lezione di morale, dopo aver raso al suolo calcisticamente due piazze come Venezia e Como e dopo aver comprato una partita con 250.000 euro chiusi dentro una valigetta.

io non sono un ultras, ma come loro, o come per lo meno la maggior parte sono tra quelli che hanno sempre pagato il biglietto, un abbonamento, le trasferte, eccetera eccetera e sono tra quelli che si sono sempre presi le valanghe di merda che di tanto in tanto venivano fuori dai corridoi dei palazzi del calcio. non dagli stadi, ma da dove qualcuno decideva chi doveva vincere o perdere. sopravvivere o morire. calcisticamente.
e allora mi dispiace, ma io non ci credo. non posso credere che tutta la merda stia in quei ragazzi che dopo aver assisito ad un altra gara indecorosa della propria squadra, anzi mezza gara, chiedono ai propri giocatori di togliersi la maglia perchè indegni di indossarla.

non mi sembra poi uno sforzo nemmeno troppo grande, visto che tra pochi mesi, molti di loro saranno già da un altra parte e ne baceranno un'altra. la quarta, la quinta o la sesta della loro milionaria carriera.
se io fossi stato a genova avrei applaudito quei ragazzi, perchè stavano facendo una cosa che io non ho il coraggio di fare, ma che intellettualmente condivido, pur non essendo un ultras. stavano dicendo a tutti che quelle maglie sono le loro. non sono dei giocatori viziati. come non sono dei presidenti corrotti e non sono dei giornalisti qualunquisti. il calcio è il loro. e anche il mio.