martedì, gennaio 31, 2012

NON ABBASTANZA

quando la mattina seguente mi sono svegliato non ricordavo nulla del viaggio di ritorno. sono riuscito a mala pena a fare la conta dei vodkatonic. avevo un mal di testa incredibile e il blister del moment era completamente vuoto. non c'era davvero niente da fare. dopo qualche ora faccio un paio di telefonate, perchè per quanto mi sforzassi, non riuscivo proprio a ricordare. 
mi fido. e fidandomi accetto la versione secondo la quale non mi ricordavo nulla perchè non c'era nulla da ricordare. semplicemente avevo dormito per tutto il tragitto fino a casa.
a quel punto confidando nel fatto che non avrebbe dovuto esserci niente per cui vergognarmi, mi rilasso, e per quanto il mal di testa non abbia ancora deciso di darmi tregua, vivo un attimo di massima lucidità. un bagliore, uno di quelli che averli al momento giusto segna tutta la differenza che c'è tra l'interpretazione più autentica di quello che ti porti dentro da mesi e il silenzio di uno sbronzo.
ed erano solo due parole.

giovedì, gennaio 26, 2012

FINE BEFORE CHE SIA TROPPO TARDI

di come ho scoperto i Fine Before You Came, me ne sono innamorato e ho continuato ad amarli


non mi ricordo quando è stata la prima volta che ho ascoltato i FBYC. ma deve essere stato per caso un paio di anni fa. di certo deve avermi colpito il nome, perchè così a senso non avrebbero dovuto piacermi più di tanto. che musica è: punk? hard core? emo?
non lo so, comunque non sono cose troppo familiari per me. leggendo noto che non sono ragazzini alle prime armi, ma gente che da quasi dieci anni scrive canzoni, ma prima lo facevano solo in inglese. sono in ritardo come troppo spesso mi capita, ma si vede che doveva andare così. e insomma scopro questo disco:
s f o r t u n a
con gli spazi tra una lettera e l'altra.
lo scarico dal loro sito. uno zip con tracce e testi. il tutto nel massimo rispetto della legalità. parte il disco e l'effetto è quello di una betoniera che mi viene addosso.

poi arriva fede.

"tutti hanno smesso di chiedermi di te,
non sei più niente,
il tuo numero non lo ricordo più,
non pesi niente"


poi contiuna fede

"quella canzone che ascoltavamo andando al mare non l'ascolto più
non mi piace più
da quando tutti hanno smesso di chiedermi di te"


e quando finisce fede, al minuto 4,42 mi accorgo di avere gli occhi lucidi. hanno vinto, sono a pezzi, e li amo. il resto del disco prosegue come una vecchia automobile giù per un dirupo. senza freni fino allo schianto.



tre giorni fa su twitter leggo un messaggio. è uscito il nuovo album del FBYC. far uscire un disco di domenica sera alle 22,30 è un scelta che fai solo se sei un figo e te ne freghi di qualsiasi cosa intorno a te che abbia a che fare con quello che chiamano music business.
ormai
stavolta senza spazi tra le lettere.
e ovviamente in free download, con testi e tutto il resto, come la volta precedente. allora scarico. carico la prima traccia.


"in tutti questi anni abbiamo detto così tante cose,
ne abbiam fatte così poche,
programmato mille viaggi e poi rimasti sempre a casa, 

con progetti poco esosi e troppi piatti da lavare"

mi è bastata una manciata di parole per capire che li ritrovavo esattamente li dove li avevo lasciati. e come sarebbero proprio loro a dire, alla fine il cerchio si chiude:

"tutti i treni presi in fretta e i cancelli scavalcati
tutti i posti in cui siam stati solo per non stare fermi
questa scatola che non passa dalla porta
e alla fine non è male qua
c'è il mercato la domenica
io non me ne andrei
se non fosse che è arrivato il tempo in cui il tempo non c'è più
ormai il tempo non c'è più"



in questi giorni ascolto ormai lungo il tragitto che mi porta da casa al lavoro e dal lavoro a casa. il viaggio dura giusto il tempo di un ascolto completo. lo ascolto mentre guido, ma non dal lettore dell'autoradio. lo ascolto in cuffia, in modo da sentire sbattere contro le pareti dei timpani.
perchè ogni tanto è necessario alzare il volume. anche se non c'è nessuno intorno a te.
ogni tanto fa bene alzare il volume. anche se ci senti benissimo.
ogni tanto fa bene alzare il volume. anche se hai finito la voce.
e se anche tu hai quella cosa dentro. respira forte e grida più che puoi. perchè che urlare con loro è sempre una delle cose migliori da fare quando le cose vanno male


[ s f o r t u n a ]
[ ormai ]
[ tutti gli altri dischi ]

lunedì, gennaio 23, 2012

COSI'

riusciamo a stare vicini solo con un tasso alcolemico da sequestro del mezzo


mi hai detto una cosa che non so se ho capito.
ero così ubriaco che avrei potuto fraintendere qualsiasi cosa. non so nemmeno se l'hai detta a me.
eri così ubriaca che avresti potuto dire qualsiasi cosa. e avresti potuto piangere tutte le lacrime che avevi.

giovedì, gennaio 12, 2012

SE TI FAI POCHE DOMANDE AVRAI TUTTE LE RISPOSTE


non è che ti ho mai sentito parlare molto. anzi. ed era questa una delle cosa che mi affascinava. poche parole e gambe accavallate. sembrava un mondo chiuso un se stesso, ma non con il desiderio di rimanere immutabile. solo volevi che qualcuno avesse la volontà di scoprirlo sul serio.
poi.
ex-otago.
a me piacciono un sacco gli ex-otago.
questa manciata di parole mi ha lasciato di stucco. occhi sbarrati e un senso di compiacimento. sbalordito. per il solo fatto di avere intuito che due braccia incrociate possono valere più di due gambe aperte. quasi sempre per lo meno.
il fatto che conoscessi persino il motivo del nome era a quel punto un dettaglio privo di qualsiasi significato. 

nel caso non lo sappiate gli ex-otago si chiamano così per via del nome della "... squadra di rugby neozelandese Otago Rugby Football Union protagonista del film Scarfies. L'ex iniziale è dovuto invece al fatto che il gruppo si è "sciolto" cinque minuti dopo aver scelto il nome (poiché i componenti non ne erano più soddisfatti) per poi riformarsi dieci minuti dopo come Ex-Otago."
io per esempio sapevo solo che c'entrava una squadra di rugby, la storia me l'hai insegnata tu, per i dettagli c'è wikipedia.

gli ex-otago l'anno scorso hanno pubblicato un disco. si chiama  "mezze stagioni", quelle che non esistono più. ed è un bel disco. forse non lo ascolterete mai o forse tra sei mesi ve lo sarete dimenticato. io invece adesso non credo che potrò scordarmelo facilmente. due giorni fa, forse tre, hanno diffuso un video di quella che forse è la loro migliore canzone dell'album. questo.

se ti fai poche domande avrai tutte le risposte.
così fa. e mi sa che hanno ragione loro.


domenica, gennaio 08, 2012

LETTERA APERTA A VASCO BRONDI

di quando ieri sei settembre duemiladodici ho visto per la quarta volta le luci della centrale elettrica



sembra passata una vita dalla prima volta che ci siamo visti. ero sempre con Brus, c’era anche qualcun altro, ma questa è un'altra storia che è stata già raccontata, ma che forse non racconteremo mai.
d’altronde tre anni di questi tempi sono un’era geologica e si vede.
eravamo quanti? cento? meno. ti aggiravi prima del concerto col tuo zainetto tra la gente. silenzioso e sguardo basso. probabilmente metà di quelle persone non ti avevano neppure riconosciuto. quel tuo primo concerto è durato meno di tre quarti d’ora. e per tutto il tempo te ne sei stato seduto su quello sgabello di legno e vimini. alla fine volevi riprenderti la scaletta perchè non ne avevi più.
ma si capiva che saresti diventato qualcuno. per me lo eri già da un po’, ma questo conta poco. 
nel mio piccolo ho sempre fatto il tifo per te, perchè ti volevo già bene, perchè nessuno come te sapeva tirare fuori quelle parole, che uno come me non sarebbe mai riuscito a scoprire. quegli immaginari che avevo dentro, uguali uguali. gli stessi cieli e la stessa inquietudine di provincia. 
ieri ti ho rivisto. era la quarta volta e posso dire con questo di aver seguito tutto il tuo percorso artistico, e ieri ho scoperto che, messo da parte lo sgabello sei diventato grande. sei cresciuto e tanto. tieni il palco da artista consumato, non hai perso un grammo della tua credibilità, sebbene la tua sonorità sia in gran parte rinnovata - e questo è un altro pregio - le tue parole sono vere anche se urlate non più di fronte a cinquanta persone. Gli spazi si sono fatti più grandi e le platee più importanti. e anche io adesso, dopo i teatri e i localini dove non si sente un cazzo posso urlarti in faccia tutte le tue parole con tutta la voce che ho. senza essere rimproverato.
devi solo continuare così, perchè adesso sei ad un passo dal diventare qualcosa di importate non solo per me. e te lo meriti. meriti che tutti sappiano chi è quel ragazzo che si nasconde dietro ad un nome tanto bizzarro quanto illuminante.
Vasco, io ti voglio bene. davvero. 
come posso voler bene ad un amico che vedo di rado, ma con cui ho condiviso tutte le mie emozioni più profonde. e soprattutto quelle più tristi. perchè tu sei quello che mi ha insegnato che a volte i periodi neri possono essere bellissimi.
e Vasco, a questo punto devi anche sapere che sei in assoluto la persona a cui ho regalato più soldi. e non me ne pento neanche un po’. 

con grande affetto

danco

sabato, gennaio 07, 2012

CATTIVE ABITUDINI


anno nuovo e stavolta blog nuovo. splinder mi ha costretto a fare quello che da solo non sarei mai riuscito a fare, staccare la spina al vecchio blog. è una questione di feticismo, come spesso mi capita. ma anche di affetto profondo, a cui poi spesso il feticismo è strettamente legato. 
nel frattempo sto cercando di recuperare le tracce della mia vita passata, non che sia qualcosa di strabiliante, ma un po' (un sacco) mi preoccupa perdere tutti gli appunti digitali degli ultimi sette anni. per quanto alla fine sempre più sporadici. 
riprendo da qui, con una costanza che spero sia maggiore rispetto a quella che mi ha accompagnato negli ultimi tempi, ma senza fare promesse che non potrei mantenere.